Oscillazioni ridotte, nella giornata di ieri, per i principali listini globali, cono chiusure poco sopra lo zero. A impedire guadagni superiori, ancora le tensioni mediorientali, mentre dal lato finanziario, i risultati societari e le prospettive sui tassi di interesse hanno tenuto banco e hanno rappresentato i principali market movers per l’equity. Il settore sanitario ha registrato le performance migliori, seguito dai beni di consumo di prima necessità e dai finanziari.
Sul fronte aziendale, UnitedHealth è cresciuta di oltre il 5% dopo che sia gli utili che i ricavi hanno superato le stime. Morgan Stanley è salita di circa l'1,6% dopo che i suoi risultati hanno fatto meglio del consensus e anche Bank of New York Mellon è salita di circa lo 0,5% dopo aver fatto registrare un aumento dei profitti del 5%. Al contrario, Bank of America ha ceduto circa lo 0,5% dopo che i suoi risultati sono apparsi poco convincenti agli occhi degli analisti e Johnson & Johnson ha perso quasi l'1,6% dopo aver pubblicato risultati contrastanti. Ieri sera, infine, Jerome Powell ha dichiarato, durante una tavola rotonda a Washington che la Fed, dovrebbe attendere ancora prima di tagliare il costo del denaro, data la forza del mercato del lavoro e i progressi compiuti su fronte dell’inflazione.
VALUTE, ORO E PETROLIO
Il comparto valutario ha visto l’euro arrivare quasi a 1.0600, supporto chiave di breve termine, mentre il Cable ha provato a flirtare con 1.2400 senza però testarlo. Entrambi restano pesanti e dipendenti, lasciatecelo dire, dai movimenti del UsdJpy che evidenzia ancora una forza artificiosa, legata alla volontà della speculazione di breve di attaccare la Boj che ha rilasciato dichiarazioni bellicose per poi, in realtà, letteralmente scomparire nel nulla, e lasciar campo libero ai compratori.
Siamo ormai a ridosso di 155.00 ma chissà se la soglia psicologica di tale livello sarà sufficiente a fermare il rialzo o a spingere l’autorità monetaria a intervenire finalmente sul mercato. Del resto, 450 pip in una decina di giorni non ci sembrano pochi visto che a marzo il rialzo di 500 punti da 146.a 151, aveva spinto la Boj a rilasciare dichiarazioni bellicose per il troppo veloce deprezzamento dello Jpy. E quello dell’ultima settimana cosa è se non una altrettanto rapida svalutazione, tale da provocare almeno una reazione verbale? Per contro, va ricordato che forse la Boj voleva proprio una svalutazione competitiva considerato il fatto che la bilancia commerciale giapponese, pubblicata questa notte, ha mostrato un surplus di bilancio di circa 2.5 miliardi di dollari contro un deficit dello stesso periodo del 2023 di circa 5 miliardi.
Sugli altri cambi, UsdCad in rialzo dopo che l’inflazione in Canada è uscita inferiore alle attese, anche se superiore al dato precedente. 1.3900 il possibile target finale del biglietto verde. In ribasso le oceaniche che durante le fasi di risk off, tendono ad indebolirsi contro dollaro, percentualmente di più delle majors. Infine, il franco svizzero rimane solido contro le principali concorrenti, in ragione del proprio status di asse rifugio. Tra questi ultimi, l’Oro rimane vicino a 2390 e non lontano dai massimi di 2.474, il più alto di sempre. Non vi sono le condizioni per una inversione, almeno per il momento, in ragione di tensioni ancora aperte in un contesto di domanda solida. Il petrolio, dal canto suo, ha corretto leggermente fino al supporto che per il Wti è in area 84 mentre per il Brent è posto a 88.40, ma poi sembra ripartire, in ragione delle questioni geopolitiche ancora aperte, che ne riducono l’offerta, almeno temporaneamente.
USA, MERCATO IMMOBILIARE IN CALO
I nuovi cantieri negli Stati Uniti sono diminuiti del 14,7% su base mensile a un livello di 1,321 milioni a marzo, di gran lunga meno del dato precedente di 1,549 milioni di febbraio e ben al di sotto delle previsioni di 1,48 milioni. Si tratta del valore più basso da agosto e del calo più grande da aprile 2020, poiché l’aumento dei tassi ipotecari evidentemente sta cominciando a pesare. La costruzione di case unifamiliari è scesa del 12,4%.
ZEW, ANCORA UN MIGLIORAMENTO
L’indicatore ZEW del sentiment economico per la Germania è salito a 42,9 nell’aprile 2024, il più alto da febbraio 2022, dal 31,7 di marzo, battendo le previsioni di 35,9. Una buona parte di analisti prevede un miglioramento dell’economia tedesca nei prossimi sei mesi, spinto da una valutazione più favorevole della situazione economica e dalle aspettative per l’export, nonché dall’indebolimento dell’euro.
UK, DISOCCUPAZIONE IN RIALZO
Il tasso di disoccupazione in Gran Bretagna è salito al 4,2% a febbraio, rispetto al 3,9% nei tre mesi fino a novembre. Un dato che ha superato le aspettative del 4,0%. Il numero dei disoccupati è aumentato di 85.000 unità raggiungendo un totale di 1,44 milioni., Intanto gli occupati sono scesi a 33 milioni, soprattutto a causa della diminuzione dei dipendenti a tempo parziale. Al contrario, nel corso del trimestre è aumentato il numero dei lavoratori a tempo pieno, così come il numero delle persone occupate con un secondo lavoro, che rappresentano il 3,6% di tutti gli occupati.
CANADA, INFLAZIONE SALE MENO DEL PREVISTO
Il tasso di inflazione annuale in Canada è salito al 2,9% nel marzo del 2024 dal minimo di otto mesi del 2,8% del mese precedente, al di sotto delle aspettative del mercato e in linea con le previsioni della Banca del Canada secondo cui l'inflazione dovrebbe mantenersi vicino al 3%. % nella prima metà del 2024. La leggera accelerazione è stata causata dal prezzo della benzina che ha spinto i prezzi dei trasporti a salire. Inoltre, i tassi restrittivi, hanno generato un aumento dei costi degli interessi ipotecari del 25,4% su base annua e ha contribuito ad un’accelerazione degli affitti. Nel frattempo, la media dei prezzi osservata dalla BoC (3,1% contro 3,2%) e la mediana dei tassi core (2,8% contro 3,1%) hanno entrambi rallentato più del previsto.
Buona giornata e buon trading.
Saverio Berlinzani
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