Elezioni tedesche

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Mentre scriviamo, sono in uscita i primi risultati relativi alle elezioni in Germania. I cristiano-democratici della CDU/CSU vincono le elezioni in Germania con il 29% dei voti, secondo i primi exit poll della TV pubblica ARD. Il partito di Angela Merkel e Helmut Kohl tornerà a guidare il governo. Il cancelliere sarà il suo leader, Friedrich Merz, ex avversario interno proprio della Merkel.

L'ultradestra di AfD fa il boom, passando dal 10% del 2021 al 19,5%, affermandosi come secondo partito in Germania. Un risultato eccellente per i nostalgici guidati da Alice Weidel, ma i numeri escludono il temuto governo destra-ultradestra CDU-AfD. Crolla la SPD del cancelliere uscente Olaf Scholz, che scende al 16%. I Verdi perdono qualche voto ma tengono al 13,5%, mentre la sinistra storica della Linke vola all'8,5%, sorpresa di queste elezioni grazie alla leadership di Heidi Reichinnek, la donna con il tatuaggio di Rosa Luxemburg che ha combattuto contro l’ipotesi della AfD al governo.

Rischiano di non entrare al Bundestag i liberali di FDP con il 4,9% e BSW con il 4,7%. La soglia di sbarramento è del 5%. Se dovessero farcela, sarebbe il Parlamento con più partiti di sempre. Con questi risultati, ad ogni modo, non sarà possibile un governo di coalizione con due partiti: la CDU dovrà per forza allearsi con i socialdemocratici della SPD e con una terza forza, probabilmente i Verdi, forse – se entreranno al Bundestag – con i liberali.

WALL STREET CEDE

Wall Street ha chiuso in rosso venerdì, sull’onda delle preoccupazioni emerse dopo la pubblicazione degli ultimi dati macro, peggiori delle attese (PMI manifatturiero e composite in calo, aggregati redatti dall’Università del Michigan in peggioramento), insieme a un'inflazione ancora eccessivamente alta. E così gli operatori hanno cominciato a liquidare posizioni sull’azionario.

L'S&P 500 ha perso l'1,7% e il Nasdaq 100 è scivolato del 2,1%, mentre il Dow Jones è crollato di 748 punti, il dato peggiore dall’inizio del 2025. Nel corso della settimana, l'indice S&P 500 è sceso dell'1,6%, mentre il Dow e il Nasdaq sono scesi rispettivamente del 2,5% e del 2,4%. Questa settimana, c’è attesa per gli interventi di diversi funzionari della Federal Reserve, unitamente a dati macro, tra i quali l’indice dei prezzi PCE, la vera misura dell’inflazione USA, e gli ordini di beni durevoli.

VALUTE, TRADING RANGE PREVALENTE

Giornata interlocutoria sui cambi, che da qualche giorno oscillano lateralmente in trading range, bloccato tra le prospettive di ripresa del dollaro in relazione al rischio dazi doganali e i rischi legati al possibile rallentamento della congiuntura macro USA, che invece potrebbero far crollare il biglietto verde. EUR/USD rimane tra 1.0430 e 1.0500 e non accenna a rompere i livelli, in attesa che emergano nuovi fatti che facciano prevalere uno dei due scenari possibili.

Per il momento si nota solo un’accelerazione di USD/JPY al ribasso con possibili target a 148.80 e 147.30, in un contesto di una chiara fase di distribuzione. A osservare i grafici di medio termine, i dollari contro molte valute sembrano a rischio discesa, chi più chi meno, ma è un fatto che l’anno in questione sembra per ora rispecchiare la statistica che indica gli anni post elezioni USA come anni incerti, senza grandi performance nei vari asset e passibili di movimenti erratici di consolidamento di medio termine, in entrambe le direzioni. Pertanto, occorre osservare il breve termine per cercare spunti senza illudersi che possano esserci grandi trend, specie sulle valute.

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PMI USA IN CALO

L'S&P Global US Composite PMI è sceso bruscamente a 50,4 a febbraio 2025 da 52,7 a gennaio, evidenziando un deciso peggioramento del settore privato. Si tratta del ritmo di espansione aziendale più lento dal settembre 2023. La crescita dei nuovi ordini si è indebolita in modo significativo, mentre l'occupazione è scesa leggermente tra l'aumento dell'incertezza e le preoccupazioni sui costi.

Sul fronte dei prezzi, l'inflazione dei costi di input ha accelerato al suo livello più alto da settembre scorso, mentre i prezzi di vendita hanno visto il loro aumento più lento in tre mesi. Infine, l'ottimismo aziendale per l'anno a venire è crollato al suo minimo da dicembre 2022, tra le preoccupazioni per le politiche del governo federale relative ai tagli alla spesa interna e alle tariffe, nonché le preoccupazioni per i prezzi più alti e gli sviluppi geopolitici.

SENTIMENT DEI CONSUMATORI USA

Il sentiment dei consumatori dell'Università del Michigan per gli Stati Uniti è stato rivisto bruscamente al ribasso a 64,7 a febbraio 2025 da un preliminare di 67,8, raggiungendo il livello più basso da novembre 2023. Anche l'indicatore delle attuali condizioni economiche è stato rivisto al ribasso a 65,7 da 68,7. Il calo è stato guidato da un crollo del 19% nelle condizioni di acquisto di beni durevoli, in gran parte dovuto ai timori che gli aumenti dei prezzi indotti dai dazi siano imminenti.

Le aspettative per le finanze personali e le prospettive economiche a breve termine sono entrambe diminuite di quasi il 10%, mentre le prospettive economiche a lungo termine sono scese di circa il 6%, al livello più basso da novembre 2023. Nel frattempo, le aspettative di inflazione per l'anno a venire sono salite al 4,3%, il livello più alto da novembre 2023.

DATI DELLA SETTIMANA

La prossima settimana, gli investitori si concentreranno sui discorsi di diversi funzionari della Federal Reserve negli Stati Uniti, insieme a dati economici chiave, tra cui reddito e spesa personali, indici dei prezzi PCE, ordini di beni durevoli, la seconda stima della crescita del PIL del quarto trimestre e il sentiment dei consumatori della CB. Nel settore immobiliare, l'attenzione sarà sui dati S&P/Case-Shiller Home Price YoY, così come sulle vendite di case nuove.

A livello globale, attenzione ai dati sull’inflazione in via di pubblicazione in molti paesi, tra i quali Francia, Italia, Germania, Spagna, Sudafrica e Australia. PIL che uscirà poi in Svizzera, Turchia, Brasile, India e Canada. Anche in Germania, attesa per la pubblicazione dell’indice Ifo Business Climate, la fiducia dei consumatori GfK e i dati sulle vendite al dettaglio.

Buona settimana e buon trading.

Saverio Berlinzani




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