*** Cosa è successo in Telecom Italia oggi ***
Güncellendi
Buonasera cari Traders!
Dato che sono un amante dell'azionario e negli ultimi giorni vi avevo pubblicato un'idea su un probabile rimbalzo di Telecom, dopo un test del canale inferiore, questa sera vorrei riepilogare cosa è accaduto all'Assemblea degli azionisti di Telecom Italia che si è svolta oggi. Un'Assemblea densa di colpi di scena, dominata dalla tensione e che è poi risultata decisiva per il futuro della governance del gruppo.
Protagonisti: stando al libro soci, primo azionista Vivendi (23,94%) , seguito da Elliott (8,85%) e Cassa Depositi e Prestiti (4,78%).
Ordine del giorno: rinnovo del CdA, quindi dell'organo che amministra la società.
Perché? Perché Elliott aveva chiesto la sostituzione di 6 membri del cda, nominati dai francesi di Vivendi, con altrettanti membri indipendenti. Così Vivendi aveva fatto dimettere in blocco tutti i suoi rappresentanti, causando la decadenza del board (Omettiamo la battaglia in Tribunale sulla legittimità dell'azione, che qui non ci interessa).
Così, oggi, in Assemblea degli Azionisti, i due contendenti hanno presentato le loro rispettive liste e i soci hanno decretato la vittoria di Elliott!
Cosa ha comportato questa vittoria? La nomina di ben 10 su 15 consiglieri di amministrazione!
Il mercato ha apprezzato l'esito, ma ci avrà visto giusto? Vivendi ha assicurato che non intende ridurre la propria quota ed ha promesso che vigilerà costantemente affinché la compagnia non venga smembrata e distrutta dalla gestione dei nuovi amministratori indipendenti in quota Elliott.
Sul tavolo, infatti, c'è la partita delicata dello scorporo della rete, sulla quale preme anche il Governo.
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Ordine del giorno: rinnovo del CdA, quindi dell'organo che amministra la società.
Perché? Perché Elliott aveva chiesto la sostituzione di 6 membri del cda, nominati dai francesi di Vivendi, con altrettanti membri indipendenti. Così Vivendi aveva fatto dimettere in blocco tutti i suoi rappresentanti, causando la decadenza del board (Omettiamo la battaglia in Tribunale sulla legittimità dell'azione, che qui non ci interessa).
Così, oggi, in Assemblea degli Azionisti, i due contendenti hanno presentato le loro rispettive liste e i soci hanno decretato la vittoria di Elliott!
Cosa ha comportato questa vittoria? La nomina di ben 10 su 15 consiglieri di amministrazione!
Il mercato ha apprezzato l'esito, ma ci avrà visto giusto? Vivendi ha assicurato che non intende ridurre la propria quota ed ha promesso che vigilerà costantemente affinché la compagnia non venga smembrata e distrutta dalla gestione dei nuovi amministratori indipendenti in quota Elliott.
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Not
Come si poteva facilmente prevedere, Vivendi non ha accettato serenamente la sconfitta ed ha annunciato l'intenzione di avviare una battaglia legale.Su quali basi?
Un ipotetico patto occulto tra ELLIOTT e Cassa Depositi e Prestiti per mettere in minoranza il colosso media francese nella nomina del nuovo board amministrativo.
Finirà così? Non credo affatto. Anche perché (opinione di Vivendi, che condivido) dubito che Elliott abbia realmente un interesse aziendale per Telecom. Elliott è un hedge fund e deve fare speculazione finanziaria, non imprenditoria, pertanto credo il suo interesse sia soltanto quello di godere di un aumento del valore delle azioni, soprattutto in ottica spezzatino TIM/RETE.
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Not
Perché si sgonfia l'appeal di Telecom Italia? Il nuovo capitolo della saga vede l'eventualità di una riduzione della propria partecipazione da parte di Elliott, sotto al 5%.
Da cosa lo si capirebbe?
1) Elliott è un hedge fund e ha come finalità quello di fare speculazione finanziaria, non investimenti in settori strategici.
2) Elliott aveva accumulato una quota del 9,2% per l'assemblea del 24 aprile ed era sceso al 8,3% all'adunanza del 4 maggio. Parte dei titoli è in prestito
3) Elliott ha protetto la propria partecipazione con derivati per il 4,9% (quota che si ridurrà ulteriormente proprio in ragione delle scadenze ella protezione).
4) Le intenzioni espresse dal fondo sono state quella di rimpiazzare parte del cda, ma anche quella di riservarsi di rivedere liberamente il proprio investimento (quindi incrementare o cedere).
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