Rallenta la crescita economica cinese nel 3’ trimestre 2021. Prezzo del petrolio ancora in aumento: inevitabile ricaduta inflattiva globale. La campagna trimestrali Usa prosegue oltre “le banche”: so far, so good. Dati macro misti negli Usa: bene la domanda, zoppica l’offerta.
Venerdi’ 15 ottobre ha confermato il tono positivo per le Borse europee ed americane. A Wall Street sono tornati in auge i titoli tecnologici e celebrati numeri sopra le attese delle relazioni trimestrali delle maggiori banche.
Il rimbalzo delle Borse di giovedi’ e venerdi’ scorsi non significa che lo scenario complessivo sia cambiato: restano timori per l’inflazione crescente in Europa, per l’iperattivita’ normativa del Governo cinese, per il rallentamento della maggiore economia asiatica, per il boom dei prezzi e per la disponibilita’ di molte materie prime, per le politiche monetarie via via restrittive in Usa ed Europa.
Dunque, a cosa dobbiamo questo “mini-rally” della scorsa settimana? Le ipotesi sono varie e spaziano dal “short covering”, ai successi delle campagne vaccinali che scongiurano il rischio di nuovi lock-down autunnale, ed alla persistente robusta domanda da parte delle famiglie consumatrici e degli investimenti delle imprese.
In Europa, la seduta di venerdi’ 15 ottobre archivia buoni progressi, che spaziano dal +0,8% del FtseMib italiano e del Dax tedesco, al +0,6% del Cac40 parigino e del +0,4% del Ftse100 inglese.
Bella progressione anche per i maggiori listini di Wall Street, col Dow Jones +1,1%, lo S&P500 +0,8% ed il Nasdaq +0,5%.
Gli investitori americani hanno metabolizzato positivamente l’inattesa crescita delle vendite al dettaglio Usa in settembre, che segnano +0,7% mese su contro +0,2% delle stime, ed i brillanti conti trimestrali delle banche.
L’utile netto di Goldman Sachs e’ salito del +63% a 5,28 miliardi di Dollari, grazie anche al dinamismo dell’area M&A (fusioni ed acquisizioni), e dell’asset management. I ricavi complessivi, cresciuti +26% a 13,6 miliardi di Dollari, hanno stracciato le attese di 12,2 mld.
Qualche disappunto e’ invece arrivato dall’Empire manufacturing Index, che misura l’andamento della manifattura nell’area di New York, appesantito dalla debolezza dei “new orders”, -9.4 punti mese su mese, a 24.3, che peraltro conferma una buona espansione.
Atteso, ma pur sempre sgradito, l’aumento dei “prices paid”, +3,0 punti a +78.7, e dei “delivery time”, +1.5 punti a 38.0.
Sotto le attese anche la fiducia dei consumatori calcolata dall’Universita’ del Michigan per ottobre, da cui emerge la divergenza tra l’indebolimento delle condizioni correnti e la tenuta delle “expectations”, e l’allarmante aspettativa di ulteriore rialzo per l’inflazione. Insomma, la domanda resta robusta ma al tempo stesso l’economia soffre di elevata inflazione e di colli di bottiglia negli approvvigionamenti.
La forza dei consumi contribuisce alla risalita dei rendimenti, con quello del Treasury 10 anni che guadagna 5bps stamani, 18 ottobre, a +1.62% (ore 12.45 CET).
La nuova settimana, per le Borse asiatiche, risente dell’evidente frenata dell’economia cinese nel 3’ trimestre. L’aumento del +4,9% anno su anno del Pil e’ in marcato rallentamento rispetto al +7,9% del 2’ trimestre e “manca” la stima di consensus, +5,2%.
I consumi cinesi tuttavia vanno bene, con vendite al dettaglio salite +4,4% in settembre, piu’ toniche rispetto al +2,5% di agosto e sopra le stime di +3,5%. Sempre in settembre, produzione industriale a +3,1%, come stimato dagli analisti, allineata al consensus.
Il Governatore della Banca del Popolo della Cina, Yi Gang, domenica 17 ha sostenuto che la traiettoria della ripresa economica resta positiva e poco impattata dai problemi di prezzo e disponibilita’ di energia: il 2021 dovrebbe registrare una crescita del +8%. Simile l’opinione del portavoce dell’Ufficio Nazionale di Statistica, Fu Linghui, secondo cui l’eventuale selettivo razionamento dell’energia elettrica e’ un elemento dagli effetti “controllabili”.
In sintesi, l’indice Bloomberg APAC flette del -0,4%, e l’indice MSCI Asia Pacific registra il primo piccolo calo dopo quattro giorni di recupero. Sui singoli listini si segnala il -1,2% del CSI 300 di Shanghai&Shenzen, il recupero finale a +0,3% dell’Hang Seng di Hong Kong ed il -0,2% del Nikkei giapponese.
Sul fronte valutario permane la forza relativa del Dollaro Usa, che scambi sotto la soglia di 1,16 contro Euro e attorno a 114 verso lo yen giapponese. Prosegue la corsa al rialzo delle criptovalute, col Bitcoin sopra 62 mila Dollari. Il dollar index è in rialzo del +0,2%, portando il recupero da inizio anno ad oltre il 4,2%. (ore 13.00 CET).
Il prezzo del petrolio accelera ancora, e stamane sale del +1,6% a 83,6 Dollari/barile, massimo da oltre 7 anni.
Le borse europee, a fine mattinata, perdono il -0,7% circa, mentre i futures su wall Street anticipano aperture in calo di circa mezzo punto.
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