Amazon delude e deprime tutto il comparto tecnologico: Nasdaq -4,4%. GDP (PIL) Eurozona non e’ cresciuto nel 1’ trimestre: pesa il marzo “di guerra”. Anche l’economia cinese rallenta e Pechino corre ai ripari. Il Dollaro troppo forte preoccupa le imprese esportatrici Usa.
Venerdi’ 29 aprile e’ stata una seduta di rialzi per le Borse europe, noncuranti di alcuni dati macroeconomici che hanno sancito il rallentamento dell’economia dell’Euro zona, alle prese con l’inflazione alle stelle e col prolungarsi del conflitto in Ucraina. Madrid (Ibex) e’ stata la migliore, +0,9% seguita da Milano (FtseMib) +0,8%, Francoforte (Dax40) +0,8%, Londra (Ftse100) +0,5% e Parigi (Cac40) +0,4%.
I dati macro europei di venerdi’ 29 hanno rivelato i contraccolpi della guerra in Ucraina e delle sanzioni incrociate tra Russia e “mondo occidentale. Il GDP (prodotto interno lordo) francese non e’ cresciuto nel primo trimestre 2022, mancando le stime di +0,3% degli analisti, a causa del forte calo dei consumi privati.
La Germania ha fatto un po’ meglio, con un’espansione economica nel trimestre del +0,2%, leggermente migliore del +0,1% atteso, sancendo il ritorno alla crescita dopo il -0,3% del 4’ trimestre 2021. In Italia, l’Istituto nazionale di statistica (ISTAT) ha comunicato una contrazione del -0,2% trimestrale, un po’ meglio del -0,5% stimato dal Governo nell’ultimo Documento Economico Finanziario (DEF).
Lo scenario di rallentamento economico europeo rende piu’ difficoltoso prevedere le prossime mosse dell’ECB (Banca Centrale Europea), anche se l’ipotesi piu’ accreditata, anche dal Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco in un’intervista a CNBC, e’ un graduale rialzo dei tassi di riferimento nella seconda metà dell'anno.
Nel frattempo la Banca Centrale Usa, a meta’ settimana (mercoledi’ 4 maggio), dovrebbe alzare i tassi di interesse di +0,5%, il piu’ ampio rialzo singolo dal 2000: oggi, 2 maggio, e’ prevista la pubblicazione dell'ISM (Institute Supply Management) manifatturiero, il focus degli analisti sara’ sulla componente “prezzi pagati”.
Qualche scricchiolio si sente anche sul fronte della “corporate USA”: la relazione trimestrale di Amazon ha rivelato utli in forte calo e attese caute sul resto dell’anno, ed anche Apple, pur sfoggiando utili sopra le attese, ha espresso cautela sul resto dell’anno a causa di persistenti strozzature negli approvigionamenti.
Chiusura pesante per Wall Street venerdi’ 29, a cui non e’ estraneo il -14% di Amazon: Dow Jones -2,8%, Nasdaq -4,2% e S&P500 -3,6%: quest’ultimo indice, col calo di venerdi’, ha chiuso il mese di aprile a -8,8%, la peggior performance mensile da marzo 2020, quando “esplosero” pandemia e relativo lock-down.
Anche in Cina le cose non vanno benissimo, come dimostra l’intervento di sostegno da parte della Banca Centrale, che ha immesso liquidita’ addizionale per 10 miliardi di Yuan (1,5 miliardi di Dollari circa), emettendo “pronti contro termine” a 7 giorni remunerati a +2,1% di tasso di interesse.
Il prezzo del petrolio ha un andamento ondivago, ma per ora non accenna a scendere significaticamente, forse nel timore che il possibile totale “stop” agli acquisti europei di greggio russo possano creare fenomeni di carenza e incetta. Tuttavia, il WTI (Greggio di riferimento Usa) stamane, 2 maggio, scende del -3,1% a 101,5 Dollari/barile, su scenari di rallentamento della domanda (ore 12.30 CET).
L’Unione Europea sarebbe vicina al varo di un 6’ round di sanzioni alla Russia che potrebbero portare progressivamente allo stop degli acquisti di petrolio russo, ma anche al divieto per le imprese europee di effettuare consulenze di natura finanziaria, ad esportare una vasta gamma di prodotti chimici, oltre a prevedere un’estensione della lista degli “oligarchi” soggetti a misure sanzionatorie. Il mercato obligazionario e’ nervoso, nell’attesa delle decisioni delle Banche Centrali sui tassi: il rendimento del BTP decennale italiano stamane, 2 maggio, e’ vicono ai livelli di venerdi’ scorso, a +2,78%, quello dell’omologo Bund tedesco a +0,92%, ed il loro spread e’ salito a 186 bps, il livello piu’ elevato da febbraio 2019. Nella settimana della riunione della FED il Treasury Note decennale rende +2,93%.
Sul mercato valutario permane evidente la forza del Dollaro Usa, che conferma i livelli piu’ elevati da cinque anni nel fixing vero Euro, attorno a 1,052.
Si indebolisce invece lo Yuan cinese, dopo la pubblicazione dell’indice PMI (Purchasing Managers Index) manifatturiero, che segnala il forte calo delle aspettative delle aziende, a 47,4 punti in aprile da 49,5 di marzo. Ancora peggio il calo dell’indice PMI dei servizi, crollato a 41,9 in aprile da 48,4 di marzo, quando il consensus puntava a 47.
Questa settimana parte con la chiusura per festitivita’ di alcune importanti piazze finanziarie, come Hong Kong, Shanghai, Shenzen e Taipei. Il Nikkei giapponese ha perso -0,1%, il Kospi50 coreano -0,4%, l’ASX200 australiano -1,2% ed il Sensex indiano -0,2%.
In Europa, Londra e’ chiusa per “bank holiday” ma, a fine mattinata, tutti i principali listini registrano perdite pesaneti, attorno a -1,5%. (ore 12.30 CET).
I future dell’indice S&P500 anticipano rialzi medi del +0,5%, mentre il prezzo dell’Oro e’ in forte calo, attorno a 1.878 Dollari/oncia, -1,3%.
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