La giornata post Fed è andata via sul velluto, con i mercati che si sono mossi in poche decine di punti, in considerazione del fatto che hanno digerito le parole del Governatore, che alla fine, a interpretarlo correttamente, ha detto tutto e il contrario di tutto.
Di fatto ha dichiarato che oggi è certo di non abbassare i tassi nel mese di marzo, ma è altrettanto vero che da qui a fine trimestre, di acqua sotto i ponti potrebbe passarne tanta, cioè i dati potrebbero cambiare e con essi anche considerazioni diverse riguardo a quel che oggi pare invece scontato.
Ma Jerome Powell ha anche avvisato comunque i mercati che, nell’anno in corso, i tassi scenderanno, perché prima o poi gli effetti positivi dell’onda lunga dell’immissione enorme di liquidità, decisa per combattere la pandemia, si esauriranno. E in quel momento i tassi alti cominceranno a causare problemi alla crescita e alla ripresa.
La reazione dei mercati è stata bilaterale nel senso che i primi movimenti hanno visto l’azionario scendere, e il dollaro salire come asset rifugio, in un contesto di aumento del risk off che però è rientrato quando, sia i rendimenti del decennale USA sono tornati abbondantemente sotto quota 4% assestandosi a +3.82%, sia l’indice di rischio per eccellenza, il Vix, ha mostrato di non riuscire neppure violare la resistenza posta a 15.
Wall Street ha chiuso in guadagno con il Dow a +0.97%, S&P a +1.25% e Nasdaq a +1.3%. Rally importanti per Amazon (+7%) Meta (+15%) dopo la pubblicazione delle trimestrali, mentre Apple ha perso il 3% in seguito ai deludenti dati delle vendite in Cina.
BOE, TASSI INVARIATI
La Banca d’Inghilterra ha mantenuto invariato il tasso di riferimento al 5,25%, il massimo da 16 anni, per la quarta volta consecutiva, in linea con le aspettative di mercato. Tuttavia, non c’è stata unanimità all’interno del board in quanto due rappresentanti avevano votato per un rialzo di 25 punti base, mentre uno ha votato per un taglio dello 0.25%.
Nello statement si legge che la politica monetaria dovrà rimanere restrittiva per un periodo sufficientemente lungo da riportare l’inflazione al target del 2% ma, rispetto all’ultimo comunicato, manca quella parte che faceva riferimento ad ulteriori possibili rialzi dei tassi riconoscendo che vi sono meno rischi al rialzo per l’inflazione.
A livello di previsioni, il board si aspetta un recupero della crescita e del Pil, mentre si aspetta che l’inflazione arrivi al target del 2% nel secondo trimestre del 2024 prima di aumentare nuovamente nel terzo e quarto trimestre. Sterlina in recupero sul dollaro, ma in linea con il recupero generale di tutte le valute contro il biglietto verde.
INFLAZIONE IN RIBASSO IN EUROPA
Il tasso di inflazione nell’Eurozona è sceso al 2,8% su base annua nel gennaio 2024 dal 2,9% del mese precedente, in linea con le aspettative del mercato. Il tasso core, che esclude alimentari ed energia, sale del 3,3%, al di sopra delle previsioni del 3,2%, ma si tratta comunque del rialzo più contenuto da marzo 2022.
I prezzi dell’energia hanno registrato un calo del 6,3% (rispetto al -6,7% del 2022). dicembre), mentre l’inflazione dei servizi è rimasta stabile al 4,0%. Inoltre, i prezzi sono rallentati per i prodotti alimentari, alcolici e tabacco (5,7% contro 6,1%) e per i beni industriali non energetici (2% contro 2,5%). Su base mensile, i prezzi al consumo sono scesi dello 0,4% a gennaio, dopo un aumento dello 0,2% a dicembre. Euro in recupero su dollaro, in correlazione con la salita dei mercati azionari.
VALUTE
Nel mercato dei cambi, dopo un inizio di giornata caratterizzato dalla salita del dollaro e caduta delle valute concorrenti, la sessione è poi terminata con un ribasso del biglietto verde e un ritorno di euro, Gbp, Jpy e in parte oceaniche. EurUsd dopo aver testato 1.0780, ha recuperato quasi 80 pip ritornando a ridosso delle resistenze chiave poste a 1.0880. Cable a 1.2740 mentre EurGbp è rimasto nel trading range compreso tra 0.8520 e 0.8560.
UsdJpy vicino ai supporti di 146 mentre il UsdCad si dirige verso 1.3340 supporto chiave. Sui cross segnaliamo il ritorno sopra 159 dell’EurJpy, ieri sceso fino al supporto di medio termine posizionato a 158.15 25 area. In generale però rimaniamo dentro i trading range delle ultime settimane, con una volatilità interessante nel breve termine anche se incapace per ora di spostare fondamentalmente gli equilibri attuali.
NON FARM PAYROLLS SOTTO LA LENTE
Oggi l’attesa dei mercati è per i Non Farm Payrolls, le cui previsioni si attestano a +185 mila unità. C’è incertezza specie dopo i dati sull’ADP, usciti decisamente inferiori delle attese e dei JOLTS che invece sono risultati migliori. Il tasso di disoccupazione generale è atteso in salita al 3.8% dal 3.7% precedente mentre i guadagni settimanali sono previsti a +4.1% su base annua come il dato precedente.
La rilevazione dei NFP diventa sempre più importante, specie in relazione alle parole di Jerome Powell che ha ricordato come sia pronto a tagliare i tassi se il mercato del lavoro dovesse peggiorare.
Buon trading e buon fine settimana.
Saverio Berlinzani
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